
Alla scoperta di Clet
Secondo Clet, Firenze non è uno scrigno chiuso che custodisce i tesori del passato, bensì si deve aprire anche alle proposte contemporanee, destinate anch'esse a diventare storia della città.
Ma chi è questo artista? Clet Abraham è nato il 2 ottobre 1966 in Bretagna. Figlio di Jean-Pierre Abraham, noto scrittore di racconti e storie per bambini piuttosto apprezzato in Francia.
Visse con la famiglia per alcuni anni sull'isola di Penfret, nell'arcipelago delle Glénan, dove il padre ebbe l'incarico di guardiano del faro. L'esperienza di vita su un'isola deserta, il contatto con il mare fin da piccolo lo portano a rapportarsi con l'arte, grazie anche all’atmosfera artistica che si respirava in casa. Queste condizioni hanno sicuramente influito sul senso di libertà che caratterizza le sue performance artistiche. Possiamo dire che la sua scelta di vivere con l'arte è stata naturale.
Formatosi presso l'Accademia di Belle Arti di Rennes negli anni Novanta, giunse in Italia, dove inizialmente si stabilì a Roma come restauratore di mobili antichi, poi visse un periodo in provincia di Arezzo, fino a scegliere Firenze come città d'adozione, nel momento in cui lo scenario artistico e architettonico della città toscana era in mutazione.
Clet è stato attivo sia come scultore che pittore. Con la pittura ad olio ha realizzato opere in cui con un surrealismo distaccato e ironico rappresentava caffettiere a sembianze umane facendole diventare protagoniste di improbabili processioni o le sostituiva ad edifici storici come il Battistero di San Giovanni a Firenze.
Anche realizzando un soggetto tradizionale come l'autoritratto è riuscito a suscitare stupore: il dipinto ad olio, è stato messo dall'artista in Palazzo Vecchio al posto del Ritratto della poetessa Laura Battiferri del Bronzino che si trovava temporaneamente esposto alla mostra dedicata al pittore a Palazzo Strozzi.
Clet si dedica in particolare alla realizzazione di interventi urbani, che sono quelli che lo hanno reso famoso e sono stati spesso oggetto di rimozioni, come ad esempio, l'opera intitolata L'uomo comune, installata su uno sperone del Ponte alle Grazie di Firenze nel 2014.
La figura, eseguita in metallo e vetroresina che con un piede procede nel vuoto, venne rimossa dalle autorità. In seguito l’opera venne ricollocata, nello stesso posto.
La cosa che ha caratterizzato particolarmente Clet è l’applicazione di sticker sui cartelli stradali, alterandone il significato originale e creando immagini ironiche e per questo ha incontrato numerosi ostacoli oltre che denunce e multe per le sue incursioni artistiche.
Comune di Firenze
I luoghi
Tappe
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Il nucleo da cui nacque la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze fu la biblioteca privata di Antonio Magliabechi, costituita da circa 30.000 volumi, che nel 1714 fu lasciata secondo il suo testamento, "a beneficio universale della città di Firenze".
Nel 1747 fu aperta per la prima volta al pubblico con il nome di Magliabechiana.
Nel 1771 il Granduca Pietro Leopoldo rinunciò alla Biblioteca Mediceo-palatino-lotaringia e la volle unita alla Magliabechiana.
Originariamente la Biblioteca ebbe sede in locali che facevano parte del complesso degli Uffizi; nel 1935 fu trasferita nella sua sede attuale, costruita, a partire dal 1911, su progetto dell'architetto Cesare Bazzani e successivamente ampliata dall'architetto Vincenzo Mazzei. L'edificio, uno dei rari esempi di edilizia bibliotecaria, fa parte dell'area monumentale del complesso di Santa Croce.
Alla Biblioteca si può accedere solo per studio e prestito; tuttavia ci sono degli spazi espositivi per mostre, con accesso da via Magliabechi 2 .
Palazzo Strozzi
Palazzo Strozzi, con le sue imponenti facciate rivestite di pietra forte, è uno dei palazzi rinascimentali più significativi di Firenze, sede privilegiata di importanti mostre d'arte.
In una delle sale al piano terreno è allestita un'esposizione permanente che racconta la storia di Palazzo Strozzi. Venne ddificato dal1489 per conto di Filippo Strozzi, mercante tra i più facoltosi di Firenze, chelo volle più grande di palazzo Medici. La costruzione rimase incompiuta quando nel Cinquecento gli Strozzi, ribelli al dominio mediceo, caddero in disgrazia.
Il cortile, realizzato da Simone del Pollaiolo (il Cronaca), è circondato da archi che poggiano su colonne dai capitelli corinzi; vi si accede dagli imponenti portali che siaprono in tre direzioni (via Tornabuoni, via Strozzi, piazza Strozzi).
Il palazzo ospita Istituzioni culturali, tra cui l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, ma soprattutto la Fondazione Palazzo Strozzi, cuore dell'attività culturale: infatti le sale sono sempre sede di importanti esposizioni. Negli spazi del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, nei sotterranei del palazzo, si svolgono iniziative dedicate all'arte contemporanea.