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2 pietre: Giorgio Levi delle Trezze, Haya Xenia

Giorgio Levi delle Trezze, ultimo dei figli di Cesare e Giuseppina Levi, nacque a Venezia nel 1870. Laureato in ingegneria a Padova, sposò la russa Xenia (Haya) Poliakoff (1872-1944), figlia del banchiere miliardario Lazar e di Rozalia Wydrina, che aveva conosciuto a Parigi.
Giorgio Levi fu nominato console di Persia e il re Umberto I gli diede il titolo di Barone. I coniugi andarono ad abitare a Roma nella elegante via Boncompagni, dove fecero ristrutturare una villa dal cugino Carlo Pincherle Moravia, il padre dello scrittore Alberto Moravia.
L’Orfanotrofio israelitico di Roma fu fondato nel 1902 non solo dai Levi, che vi profusero energie e la maggior parte dei milioni necessari, ma anche da molti altri benefattori, Per quanto riguarda l’ospedale veneziano Umberto I, che si trova a Cannaregio (non lontano dal ghetto), Giorgio e Xenia furono tra i fondatori.
Il baronato, ottenuto nel 1899, ha come predicato quello di una località del basso Veneto che era stato oggetto di vaste bonifiche da parte della famiglia di Giorgio Levi.
La tenuta delle Trezze era composta da terreni in parte coltivati da affittuari del posto e in parte paludosi.
Nel frattempo i coniugi, che a Firenze abitarono in un primo tempo in Lungarno degli Acciaioli 8, si erano fatti costruire due edifici per proprio uso, uno a Firenze in piazza Oberdan, oggi trasformato in residence, e l’altro, di cui si è già detto, a Roma.

Prima della guerra i baroni avevano prudentemente trasferito parte del loro capitale liquido in Svizzera. Appare quindi incomprensibile che, dopo l’armistizio e la retata degli ebrei romani del 16 ottobre 1943, a cui erano scampati per un soffio rifugiandosi a Firenze, non avessero immediatamente intrapreso la fuga alla volta di quel Paese. Forse non fecero in tempo, o forse si illudevano. Tant’è vero che, nonostante le retate a Firenze cominciate agli inizi di novembre del 1943 e i coniugi vissero nella loro casa ancora fino al febbraio successivo.
La baronessa fu arrestata a Firenze insieme con il marito Giorgio Levi delle Trezze il 21 febbraio 1944 dal comando tedesco. Entrambi ultrasettantenni, avrebbero dovuto essere esentati dalla cattura. I Levi delle Trezze furono deportati da Firenze un mese dopo e, dopo essere transitati per Fossoli, trovarono la morte ad Auschwitz.

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2 pietre: Giorgio Levi delle Trezze, Haya Xenia

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Via Giovanni Bovio 1, Firenze

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