
Il Quartiere di Rifredi
Il Quartiere 5
Il quartiere 5, detto di Rifredi, è il più esteso della città e riunisce una vasta zona che va da via Bolognese a Novoli e Peretola, fino alle pendici alle colline che si trovano sopra la zona ospedaliera di Careggi.
L’espansione della città ha fatto sì che questo quartiere, nato inizialmente come Romito Vittoria in un’area adiacente ai viali di circonvallazione sorti al posto delle mura, integrasse aree un tempo industriali (come la Galileo, a Rifredi) o agricole, se non addirittura interi insediamenti verso la piana a ovest del centro di Firenze.
Un quartiere quindi che alterna zone tipicamente residenziali ad altre più popolari, dove si sono costruite delle importanti esperienze sociali come la Madonnina del Grappa, istituzione di Don Giulio Facibeni per sostenere e istruire gli orfani di guerra.
Gli spazi verdi e le ville
Un contrasto fra l’anima patrizia e quella operaia che trova un riscontro anche nel paesaggio, così vario…
Fra le aree verdi non mancano i parchi e giardini pubblici di rilievo: il Giardino dell’Orticoltura, connotato dal Tepidarium di Giacomo Roster, la Villa Fabbricotti, dove soggiornò la Regina Vittoria, il Parco del Museo Stibbert, l’abitazione dell’eclettico collezionista inglese (con una esposizione di armi e armature stupefacente).
In questo quartiere si trovano molte Ville Medicee: dalle celebri Ville di Petraia e Castello a quelle della Quiete e di Careggi (quest’ultima è attualmente chiusa per restauro). Un tour per visitarle, per lo meno nei loro eleganti giardini, vale assolutamente la pena.
Un vanto del quartiere 5 sono le pendici collinari che partendo dal Ponte Rosso, su per la via Bolognese, raggiungono la stupenda collina di Careggi: qui si trovano distese di ulivi, ville sparse, viste spettacolari su un paesaggio tipicamente toscano.
Le pievi
Il quartiere 5 è connotato anche da tante pievi romaniche, che un tempo erano presidi nella campagna: dalla pieve di Santo Stefano in Pane, ora immersa nel quartiere, a quella di San Donato in Polverosa, su un tratto di pianura che si estendeva fuori dalle mura verso ovest.
Anche il borgo di Peretola è rientrato in questo quartiere: luogo di origine della famiglia Vespucci, Peretola è racchiuso intorno alla Pieve di Santa Maria, chiesa di origini romaniche con al suo interno pregevoli opere d'arte.
Collegamenti
Da quando sono state attivate le due linee della tramvia il quartiere 5 è più vicino al centro: anche l’aeroporto di Firenze Amerigo Vespucci, che si trova in questa porzione di città, risulta ben collegato grazie alla linea T2. Lungo il tracciato della stessa linea si affaccia l'ampio Parco di San Donato delimitato dall'imponente mole – che ha avuto giudizi opposti tra detrattori ed estimatori - del nuovo Palazzo di Giustizia, opera realizzata su progetto dell'Architetto Leonardo Ricci, inaugurata nel 2012; non lontano si trova anche il nuovo Polo Universitario.
Guarda il video del quartiere 5
Comune di Firenze
I luoghi
Tappe
Giardino dell'Orticoltura
Nel 1854 viene costituita la Società Toscana d'Orticultura. Le prime piante madri furono donate da illustri orticoltori e agronomi toscani, dal Museo di Fisica e Storia Naturale e dal Giardino dei Semplici di Firenze. Nella seconda metà dell'Ottocento il giardino si ingrandisce e Giacomo Roster progetta il grande tepidario, inaugurato nel 1880. La loggetta Bondi dell'architetto Castellucci è del 1911.
Il comune di Firenze acquista il giardino nel 1930 e lo destina a parco pubblico. Nel 1990 nella parte alta e più panoramica viene completata la fontana a forma di serpente con decorazioni polimateriche su progetto di Marco Dezzi Bardeschi.
All’interno del giardino c’è anche un’area giochi attrezzata per bambini.
Museo Stibbert
Il Museo Stibbert, ideato da Frederick Stibbert (1838-1906), costituisce un raro esempio di museo ottocentesco: una straordinaria collezione di armi, armature, opere d'arte è esposta in una serie di sale il cui suggestivo allestimento fu studiato per evocare l’atmosfera dell’epoca e dei luoghi di provenienza dei vari oggetti.
Le collezioni comprendonoarmi, armature, costumi, oggetti di arredo e di arte applicata, arazzi e dipinti dal Cinquecento all’Ottocento, esposti in 60 sale. Notevole la Sala della Cavalcata, dove sono schierati a grandezza naturale cavalieri europei e orientali; la sezione giapponese comprende,oltre ad armi e armature, bronzi, costumi, lacche: è una delle più importanti al mondo fuori dal Giappone.
Il parcoche circonda la villa, costellato di padiglioni, statue, false rovine e perfino un piccolo tempio egizio, riflette l’adesione di Stibbert al gusto romanticoed eclettico tipico del suo tempo.
Villa Medicea della Petraia
Villa della Petraia dista pochi chilometri dal centro della città e fa parte del sito seriale Ville e Giardini Medicei inserito dall'Unesco nel patrimonio mondiale dell'umanità. L’antico edificio fortificato, di cui resta ancora la grande torre, fu acquistato dai Medici e ingrandito verso la fine del Cinquecento per trasformarlo in una residenza granducale e nel terreno circostante venne realizzato un giardino a terrazze, di stile all'italiana.
Sul retro della villa si trova invece il vasto parco di gusto romantico, realizzato più tardi.
Il cortile della villa è decorato con affreschi realizzati tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento, e venne coperto con una vetrata nel XIX secolo. Il Re d'Italia Vittorio Emanuele II vi abitò al tempo di Firenze capitale e l’arredo attuale risale in gran parte a quel periodo.
Il visitatore può prepararsi alla visita del giardino scaricando o consultando on line un'utile guida multimediale, consultabile a questo link.
Giardino della Villa Medicea di Castello
La Villa Medicea di Castello è una delle più antiche residenze suburbane dei Medici, che la possedettero fin dal 1477. Cosimo I commissionò nel 1538 allo scultore e architetto Niccolò Tribolo il progetto di un nuovo grande giardino di rappresentanza, studiato per celebrare il potere del principe attraverso la simbologia delle sue statue, fontane e grotte. Il giardino è visitabile ed èricco di agrumi e piante rare e decorato di sculture antiche e rinascimentali.
Di grande fascino la Grotta degli animali, un tempo animata da giochi d’acqua.
Il visitatore può prepararsi alla visita del giardino scaricando o consultando on line un'utile guida multimediale, consultabile a questo link.
Villa medicea di Careggi
La villa, acquistata dal padre di Cosimo Il Vecchio, fu ampliata per volere di quest'ultimo da Michelozzo nel 1454. Fu sede dell'Accademia Platonica, e il restauro voluto da Cosimo I vi aggiunse i cicli d'affreschi di Pontormo e Bronzino.
A metà dell'Ottocento il parco fu trasformato secondo il gusto romantico dal proprietario Francis Joseph Sloane.
Oggi è di proprietà della Regione Toscana, che la sta ristrutturando per renderla spazio museale.
Degni di nota la limonaia e la grotta sotto la villa.
Parco di Villa Fabbricotti
Giuseppe Fabbricotti acquista nel 1864 la proprietà"Lo Strozzino" e lo stesso anno incarica l'architetto Vincenzo Micheli di trasformare l'antico Casino di caccia, appartenuto fino al terzo decennio dell'Ottocento alla famiglia Strozzi, in una lussuosa residenza. Nessun documento conosciuto indica il nome dell'autore del giardino, probabilmente da attribuire a Giuseppe Poggi. Il giardino è costruito su più piani degradanti.
Palazzo di Giustizia
Derivato da un primo progetto (anni 80 del Novecento) dell’architetto Leonardo Ricci, allievo di Giovanni Michelucci, il nuovo palazzo di giustizia è nato con l’obiettivo di accentrare tutti gli uffici giudiziari (Tribunale, Corte d'Appello, Procura della Repubblica, Giudice di Pace), prima sparsi in varie zone della città. Inaugurato ufficialmente nel 2012, è intitolato al giurista e politico fiorentino Piero Calamandrei, uno dei Padri Costituenti della Repubblica Italiana. Inconfondibile per la sua imponente mole (lungo 240 metri e largo 146, con una torre di 72 metri) è uno dei più grandi Palazzi di Giustizia d’Italia. L’opera – che ha avuto giudizi opposti tra detrattori ed estimatori - si presenta come un gigantesco organismo assai mosso nell’articolazione degli spazi, che venivano via via aggregandosi, e degli svariati materiali impiegati.
Pieve di Santo Stefano in Pane
La pieve di Santo Stefano in Pane ha origini millenarie ed è conosciuta anche come Santo Stefano a Rifredi. Di fondazione paleocristiana, ha subito vari rimaneggiamenti e ampliamenti. All'interno la cripta è la parte più antica mentre l'aspetto esterno riconduce al XIII secolo, periodo nel quale la chiesa prese le forme attuali. Il porticato esterno con copertura in legno è un'aggiunta cinquecentesca.
L'interno, a tre navate, denota un'elegante sobrietà. L'abside fu arretrata nel 1928 per ampliare la chiesa, e questa parte più moderna è impreziosita oggi da Crocifisso attribuito a Gaddo Gaddi a denominato delle Oblate.
Altre opere d'arte si trovano in questa pieve, un tempo immersa nella campagna: una Vergine con bambino di Cenno di Francesco di Ser Cenni della fine del Trecento, che è inserita all'interno di una pala in terracotta della bottega di Andrea e Giovanni della Robbia con San Jacopo.
Due cappelle, inoltre, sono da ricordare: nella navata destra la Cappella Tornabuoni, dell'inizio del Seicento, interamente decorata e dedicata al Santo Sepolcro.
Attiguo alla navata sinistra si trova invece la Cappella della Misericordia, un ambiente rettangolare con soffitto a volta, affrescata da Domenico Pugliani con Storie di Santo Stefano.
La pieve di Santo Stefano in Pane, che ora si trova nel popolare quartiere cittadino di Rifredi, è stata per molti anni la parrocchia di Don Giulio Facibeni, figura di riferimento per la chiesa fiorentina fra le due guerre e fondatore dell'Opera Madonnina del Grappa. Una statua in bronzo di Antonio Berti, collocata sul sagrato della Pieve, lo ricorda.
Questa istituzione, insieme con la Misericordia di Rifredi che si trova poco distante permeano lo spirito e le attività di questa parte della città.
Chiesa di San Donato in Polverosa
La chiesa di San Donato in Polverosa è di antiche origini (1088) e deriva il suo inconsueto appellativo dai frati Agostiniani, detti “polverosi” (per il colore grigio del loro saio), che vi si insediarono prima dell’arrivo della Comunità degli Umiliati.
Tutto il complesso passò successivamente ai Cistercensi da cui dipese fino ai primi dell’Ottocento quando, in seguito alle soppressioni napoleoniche degli Ordini Religiosi, fu acquistata dai principi Demidoff che la trasformarono in parte della loro Villa (nei pressi è visibile la Cappella privata dei Demidoff, ispirata al Pantheon di Roma).
Dopo una serie di interventi, la Chiesa è stata riaperta al pubblico nel 1963. L'esterno è semplice e scarno, nell’interno, a navata unica e soffitto a capriate, si conservano numerose opere, fra cui diverse sinopie, alcuni pregevoli affreschi trecenteschi (Cenni di Francesco, Matteo di Pacino)e una tavola di Raffaellino del Garbo del XVI secolo.
Chiesa di Santa Maria a Peretola
La Pieve di Santa Maria di Peretola, sulla piazza centrale dell’antico borgo, è un’antica chiesa che risale al XII secolo.
Un bel portico con 3 arcate precede l’interno dal caratteristico soffitto a capriate. Fra le varie opere qui conservate spicca il prezioso Tabernacolo del Sacramento, capolavoro giovanile di Luca della Robbia. Un po’ ovunque figura l’emblema dello Spedale di Santa Maria Nuova (una stampella) da cui questa chiesa fu amministrata fin dal XV secolo.