Slavko Kopač esplora materiali inusuali e tecniche eterogenee, allontanandosi dalla tradizione per una pratica espressiva autonoma e sperimentale.
La mostra presenta un universo poetico dell’artista con oli, disegni, acquerelli, libri d’artista, poemi visivi, collage, assemblage e ceramiche, coprendo il periodo dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta.
Insieme alle opere, l’esposizione propone materiali d’archivio e contributi di persone che hanno influenzato profondamente la sua evoluzione: Jean Dubuffet, Jean Paulhan, Cesare Zavattini, Michel Tapié e André Breton (che custodì diverse opere nella sua collezione), oltre a Giordano Falzoni (1925–1998), artista poliedrico e critico.