
Farmacie storiche, percorso in città
Fra le attività storiche tutelate dalla città di Firenze, le antiche farmacie esercitano intatto il loro fascino. Sono ambienti nei quali storia e tradizione farmaceutica si respirano, si vedono, si annusano. Conservano infatti arredi originali sui quali i farmaci di oggi trovano posto accanto ad antichi vasi e oggetti in vetro che, in passato, custodivano erbe e rimedi.
Ognuna di queste farmacie ha una storia da raccontare, con tanti personaggi famosi che da qui sono passati oppure "solo" con una storia familiare fatta di passione per il lavoro: se possibile, provate a domandare al farmacista!
Intanto vi diamo un suggerimento di visita fra le farmacie storiche di Firenze.
Comune di Firenze
I luoghi
Tappe
Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella
L'Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella è una delle farmacie più antiche nel mondo; ha origine nel XIII secolo, per opera dei frati domenicani che in quel epoca si stabilirono a Firenze e dove iniziarono l'attività di assistenza medica ai confratelli infermi per poi passare intorno all'anno 1381 alla ideazione di preparati curativi quali l'Acqua di Rose, considerato in quei tempi sia un efficace disinfettante di ambienti (specialmente durante le pestilenze) sia un blando medicinale da diluire con il vino o per ingerire delle pillole.
L'anno di fondazione di questa antica farmacia, tuttavia, si fa risalire al 1612 perché da quell'anno fu dato ancora maggiore impulso allo studio relativo alla preparazione dei medicinali dando così inizio a nuove esperienze farmaceutiche che resero famosa la farmacia domenicana. Direttore della farmacia in quell'anno era Fra Angiolo Marchissi, abile studioso di chimica e noto alchimista ("arte" molto considerata in quei tempi) il quale contribuì in modo decisivo, attraverso la elaborazione di nuovi efficaci prodotti, ad accrescere la fama della farmacia, tanto da poter denominare la stessa, per disposizione del Granduca di Toscana "Fonderia di Sua Altezza Reale".
Molte essenze e profumi sono ancora realizzati con formule studiate nel Rinascimento per Caterina de' Medici. Curiosa la storia dell'Acqua di Colonia portata da Caterina a Parigi con il nome di "Acqua della Regina". Alla fine del XVII secolo, a Colonia in Germania, G.P. Feminis ne iniziò la fabbricazione con il nome di Acqua di Colonia in omaggio a questa città. Altre famose preparazioni includono l'Aceto Aromatico o dei Sette Ladri (XVII secolo) utile da annusarsi in caso di deliquio e l'Acqua di Santa Maria Novella (conosciuta come Acqua Antisterica per la sua azione sedativa e antispasmodica) formula del 1614 elaborata dallo stesso Fra Angiolo Marchissi. Tra i liquori famosissimi sono l'alkermes, il Liquore Mediceo e l'Elisir di Edimburgo (pregiato amaro).
Particolarmente rinomata è, altresì, l'erboristeria; attraverso lo studio, infatti, di antiche formule dei frati domenicani si è potuto realizzare esclusivi prodotti a base di piante ed erbe officinali coltivate con metodi naturali e senza uso di pesticidi. Da sempre, in questa antica "Officina" si è continuato e si continua tuttora ad inventare nuovi ed esclusivi prodotti molto apprezzati in tutto il mondo. Rimane famoso, tra questi, il profumo creato solo ed esclusivamente per la Regina d'Inghilterra, Elisabetta II, in occasione del suo cinquantesimo compleanno. Nel complesso di via della Scala, oggi, si svolge solo la vendita dei prodotti mentre la produzione degli stessi si è spostata in uno stabilimento in via Reginaldo Giuliani, che è possibile visitare e nel quale si tengono corsi per gli universitari della Facoltà di Farmacia.
Veramente notevoli sono gli ambienti che accolgono la sede di via della Scala: i soffitti sono decorati con affreschi della prima metà dell'Ottocento, come del 1840 sono i pavimenti in marmo. Decorano le stanze 40 vasi originali del 1600, mentre gli arredi risalgono al periodo che va dal 1700 al 1840.
Farmacia Münstermann
Nel 1897 il farmacista tedesco Münstermann aprì un proprio esercizio che introdusse, per primo, le cure omeopatiche a Firenze. L’impresa ebbe successo e, nel 1908, la farmacia si trasferì nel palazzo di piazza Goldoni prendendo il nome di Farmacia Anglo-Americana, che manterrà fino al 1935.
Gli originali arredi ottocenteschi si sono conservati integralmente, malgrado gli adattamenti che si resero necessari nei primi decenni del ‘900, quando l’edificio venne modificato per agevolare il tracciato della nuova linea tramviaria.
Altri seri danni furono inferti dall’alluvione del 1966. Malgrado ciò l’insieme conserva il proprio carattere originale, che fa da contorno ai prodotti farmaceutici e cosmetici basati sulle vecchie ricette artigianali.
Farmacia della Stazione
La Farmacia della Stazione si affaccia su via Panzani dal febbraio del 1953, tramite due vetrine incorniciate da archi a tutto sesto. All'interno si trovano gli arredi originali, risalenti agli anni '50, caratterizzati da vetrine a parete in legno verniciato di rosso: l'arredo è frutto di una scelta originale e moderna per i tempi. La farmacia della Stazione, con i due attuali proprietari, è tra le poche in città a offrire la quotidianità di accurati preparati galenici realizzati nello storico laboratorio annesso.
Farmacia Franchi
L’angolo di via Ginori con via Guelfa era l’antico Canto alle Macine, nei pressi del vecchio corso del torrente Mugnone, dove Boccaccio situa la casa dell’ingenuo Calandrino. La storica spezieria del Canto alle Macine, oggi denominata Farmacia Franchi, risale ai primi del ‘400 come recita l’iscrizione in oro su fondo nero posta al di sopra della porta che conduce al retro del negozio, recante la dicitura "Antica farmacia al Canto alle Macine fondata nell'anno 1427".
L'arredo del negozio, risalente ai primi del '900, è costituito da una serie di scaffali a doppia anta in legno naturale, disposti su tre pareti, e da un interessante bancone scandito anteriormente da una serie di lesene.
Attualmente i principali prodotti venduti sono, oltre ai tradizionali medicamenti sanitari, i preparati omeopatici, erboristici e cosmetici, molti dei quali specifici per la cura e la salute della pelle.
Farmacia Molteni
Situata nella storica sede dell’Arte di Calimala, all’angolo fra via Calzaiuoli e Via Porta Rossa, la Farmacia Molteni è una delle più antiche di Firenze, come risulta da alcuni documenti che ne attestano l'esistenza già alla fine del XIII secolo. L’antica spezierìa, aveva come insegna un diamante, tanto che quell'angolo di strada si chiamava allora «Canto al Diamante».
Si dice che Dante, iscritto all'Arte dei Medici e degli Speziali, la frequentasse abitualmente. Fu sempre proprietà di nobili fiorentini e servì le famiglie più potenti della Firenze comunale, della Signoria e del Granducato. Nel 1892 prese l’attuale nome di Farmacia Molteni e il direttore Alfredo Alitti creò nel retro farmacia un laboratorio, che primo in Italia, iniziò la produzione di fiale sterili e dello Steridrolo Molteni usato anche dall’esercito italiano durante la campagna d’Africa.
L'esterno della farmacia mostra ancora l'antico carattere medioevale, con gli sporti in legno dotati di serrature originali, mentre l'interno è stato quasi completamente ristrutturato nel XIX secolo, con stucchi in oro su fondo crema di stile neoclassico e arredi a intarsi e decorazioni in oro, opera dello scultore fiorentino Giovanni Duprè (1817-1882).
Farmacia del cinghiale
Nata nel cuore della Firenze rinascimentale nel 1752 fu sede di una serie di dimostrazioni scientifiche tenute dal medico Girolamo Niccolò Branchi della Torre che lo portarono a conseguire l'incarico di aprire a Pisa, per conto del Granduca di Toscana, la prima scuola di chimica moderna.
Alla metà dell'Ottocento divenne luogo di ritrovo di intellettuali e poeti, contribuendo così ad alimentare il dibattito culturale e politico dell'epoca. Come «spezieria», ancora oggi la Farmacia del Cinghiale prepara ricette naturali per la cura della salute e della bellezza del corpo, coniugando tecnologie all'avanguardia con esperienze e ricette naturali del passato.
Farmacia Canto alle Rondini
Fondata nel XIV secolo è una delle più antiche farmacie del mondo e, come recita una targa posta al suo interno, “ lo speziale Matteo Palmieri , storico, moralista e poeta, esempio di semplice e operosa vita, esercitò in questa farmacia”.
Precedentemente l’attività era situata all’angolo tra via Verdi e via Pietrapiana detto Canto alle Rondini, per via dello stemma che ornava il palazzo di proprietà della famiglia Uccellini: un volo di rondini d'argento in un cielo rosso. Nei primi del ‘900 l’architetto Adolfo Coppedè realizzò l’arredo neogotico e commissionò a Umberto Bartoli la realizzazione di un tabernacolo di gusto trecentesco che comprendeva la scultura di una Madonna circondata da una ghirlanda di rondini. Nel 1938, durante il “riordinamento edilizio” deciso dalle autorità fasciste, il palazzo e con esso la farmacia vennero demoliti. In questa area, nel 1962, fu costruito l’edificio delle Poste Nuove, su progetto di Giovanni Michelucci. La farmacia con il suo tabernacolo fu trasferita nell’attuale sede di via Pietrapiana. L’arredo fu adattato ai nuovi locali così come le decorazioni parietali ed il rivestimento in legno a lacunari del soffitto, mantenendo il progetto di Coppedè.
Il banco di vendita, di particolare pregio, è decorato al centro da un pannello dipinto ad olio raffigurante il soccorso al malato e ai lati da formelle con simboli e riferimenti all’Arte degli Speziali. Dell’antico tabernacolo, con l’alluvione del 1966, andò perduta la statua della Madonna mentre all’interno è ancora visibile la ghirlanda con le rondini.
La farmacia conserva inoltre un busto in terracotta che ritrae Dante “il divino farmacista”.
Farmacia SS. Annunziata
Nel 1561 lo speziale Domenico di Vincenzo di Domenico Brunetti, iscritto all'Arte dei Medici e degli Speziali, trasferì la propria bottega in questi locali, già sede di una precedente spezieria gestita dalle Monache Benedettine di San Niccolò. È questa la prima notizia che documenta la nascita della Farmacia SS. Annunziata, specializzata fin dalla sua origine nella formulazione di galenici e prodotti per l'igiene e l'estetica della pelle.
L’arredo seicentesco, di notevole interesse, è costituito da tre mobili espositori, in legno scuro con decorazioni dorate a fogliame, mentre il banco vendita è andato completamente distrutto con l’alluvione del 1966.
La Farmacia conserva alcuni vasi della Manifattura Ginori. Pur mantenendo l'antica tradizione, oggi la farmacia si avvale di macchinari moderni e nuove materie prime per la produzione di preparazioni altamente qualificate e personalizzate.
Nel 2021 Farmacia SS. Annunziata ha festeggiato il suo 460° anniversario presentando una nuova immagine e nuove collezioni che raccontano un universo fatto di storia, arti e mestieri.
L'essenzialità e l'eleganza del packaging esaltano la ricchezza delle fragranze e delle formulazioni cosmetiche, frutto di un equilibrato mix tra ricerca e tradizione.
Farmacia de' Serragli
L’attività della Farmacia in via de’ Serragli è documentata già dal 1880, sull’angolo con via della Chiesa, in uno dei quartieri più tradizionali e popolari della città.
Gli arredi, banconi e vetrine, furono eseguiti originariamente in blu con bordi dorati, seguendo i gusti del primo proprietario, il dottor Dylan. In seguito il blu venne sostituito dal bianco e, nel 1998, l’arredo venne restaurato ed integrato, mantenendo quel carattere unitario che ancora oggi ne costituisce il maggior pregio.
Farmacia Pitti
La prima testimonianza dell’esistenza di una spezieria in piazza San Felice, risalente al XV secolo, come viene riportato da Galeazzo Cora nella sua “Storia della Maiolica di Firenze e del contado”, è documentata in maniera più precisa dal catasto fiorentino del 1427 dove vengono citate le case di proprietà di Cenni di Nicolò speziale e di sua moglie. Nel 1498, sempre secondo i dati riportati dal catasto, la spezieria risulta collocata nella stessa sede e appartenere a Bartolo di Giovanni speziale.
A partire dal XVIII secolo la storia della farmacia si confonde con quella della spezieria granducale. Nel 1775-76, decisa la costruzione in Boboli dell’edificio denominato “Meridiana”, la farmacia Granducale, allora annessa a palazzo Pitti, fu trasferita nelle proprietà che il Granduca possedeva in Piazza San Felice. Nei documenti conservati presso l’Archivio di Stato riguardanti “i conti dello Scrittoio delle Reali Fabbriche”, relativi agli anni 1774 e 1776 si parla del “forno e spezieria da San Felice in Piazza” e ai lavori di sistemazione della “nuova spezieria”. Dalle lettere di Gaspero Maria Paoletti, architetto di corte, si deduce che la nuova spezieria era sistemata nei locali che occupa l’attuale farmacia presumibilmente al primo piano mentre i “forni” del Granduca si trovavano al piano terreno. Negli anni intorno al 1805 l’architetto Pasquale Poccianti fu incaricato di studiare il trasferimento della farmacia al piano terreno. Nei primi anni dell’800, mentre quasi tutti gli immobili della zona risultano essere di proprietà dello Scrittoio Reale, gli edifici descritti al catasto come “casa e farmacia” risultano essere di proprietà di Gaspero Puliti, speziale di corte. Si deduce che il trasferimento al piano terreno avvenne in questi anni , in concomitanza con la chiusura della spezieria granducale e che l’apertura al pubblico fu affidata al Puliti che con la sua esperienza presso la corte garantiva la continuità della tradizione.
Gli arredi del retro della sala vendita, ipoteticamente appartenuti alla farmacia granducale, denotano questa origine sia nell’impianto decorativo (con il sistema di nicchie e vasi) che nei riferimenti simbolici e allusivi a funzioni medicamentose (con i busti di Ippocrate e Galeno). L’arredamento è completato da un banco a forma di fagiolo, anch’esso settecentesco, con cassetti e piano di marmo di Carrara.
Nella farmacia si trovano vari strumenti in vetro e ceramica, alcuni dei quali sono appartenuti al Dott. Targioni, che nel corso del secolo scorso ne rilevò la gestione e che aprì una succursale a Vallombrosa. La parte destinata alla vendita, presenta un arredo risalente alla prima metà dell’Ottocento, epoca dell’apertura al pubblico. Ancora oggi la Farmacia Pitti, gestita dal Dott. Pacenti, mostra un portale di ingresso in pietra serena con insegna e decorazioni simboliche raffiguranti l’Arte degli Speziali.
Farmacia Santo Spirito
La farmacia è ospitata nel quattrocentesco Palazzo Dati, in piazza Santo Spirito. Venne fondata da Gilda Bacci nel 1908, passò poi a Dante Castellani, quindi alla famiglia Zangirolami. Dai documenti è possibile risalire però fino ai primi del Cinquecento in quanto l'immobile con il palazzo adiacente apparteneva a uno degli speziali più celebri di Firenze: Anton Francesco Grazzini.
La Farmacia Santo Spirito conserva quasi integralmente l'arredo originario, composto dai bianchi scaffali con vetrine, scanditi da colonnine in legno che reggono delle mensole sormontate da vasetti in porcellana.
Recentemente grazie all'intervento degli attuali proprietari i locali della farmacia sono stati sottoposti a un lungo e impegnativo lavoro di restauro che ha riportato gli arredi allo status originale.