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Cenacolo di San Salvi

I Cenacoli di Firenze

Arte & Cultura

Questo percorso, tra arte e spiritualità, ci permetterà di scoprire una peculiarità tutta fiorentina: la tradizione dei Cenacoli (luoghi conventuali decorati col tema dell’Ultima Cena), spesso affrescati da grandi artisti. Un viaggio attraverso i secoli che ci farà conoscere lo sviluppo della pittura fiorentina, schiudendoci le porte di ambienti unici, lontani dal turismo di massa.

Col termine “Cenacolo” s’intende comunemente quell’ambiente (il refettorio) dove la comunità religiosa si riuniva durante i pasti, ma per esteso anche la raffigurazione pittorica dell’Ultima Cena: una scelta iconografica non casuale, che permetteva di condividere idealmente la mensa con Cristo e i suoi Apostoli.  

Nelle raffigurazioni i pittori cercarono di condensare una serie di momenti salienti narrati nei Vangeli: l’annuncio del tradimento, il dubbio che serpeggia tra gli Apostoli, l’identificazione del traditore (Giuda) e l’istituzione del sacramento dell’Eucarestia. È interessante notare l’evoluzione del tema: dalle prime rappresentazioni trecentesche (Ultime cene come parte marginale di un contesto decorativo sempre legato al tema della Passione di Cristo, prospettive intuitive, rigida disposizione dei commensali) agli sviluppi quattro-cinquecenteschi, in cui il tema sviluppa una sua autonomia, si perfezionano le rappresentazioni architettoniche, l’interazione tra i vari personaggi, i loro moti dell’animo, i dettagli delle nature morte. 

Grazie alla sua formazione fiorentina Leonardo da Vinci, prima di affrescare la sua Ultima Cena a Milano (1495), aveva bene in mente questo repertorio iconografico, che seppe sviluppare in modo magistrale.

Benché tanti, tantissimi siano i cenacoli fiorentini (dipinti da numerosi artisti, in epoche diverse), per questo percorso abbiamo selezionato solo i più rappresentativi.

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Firenze
Tappe

Tappe

Cenacolo di Santa Croce

La parete di fondo del Cenacolo di Santa Croce (inserito nel regolare percorso museale) è interamente decorata con affreschi trecenteschi di Taddeo Gaddi (il più importante allievo di Giotto. L’ultima cena costituisce la parte inferiore, quasi marginale rispetto al grandioso Lignum Vitae-Albero della vita (la Crocifissione da cui si diramano numerosi cartigli con iscrizioni profetiche), affiancato da altre storie (Gesù a cena dal Fariseo, San Francesco che riceve le stimmate, San Benedetto e San Lodovico di Tolosa). Tradizionalmente – solo Leonardo romperà questo schema - Giuda appare al di qua della tavola, di schiena, separato da tutti gli altri commensali. La prospettiva della tavola, imbandita in modo essenziale, è ancora incerta. Nella sala si ammirano capolavori come il San Ludovico di Tolosa di Donatello (statua in bronzo dorato realizzata per la chiesa di Orsanmichele) ed alcuni frammenti di affreschi (Orcagna, XIV secolo), parte dell’antica decorazione della chiesa.
Piazza di Santa Croce, 50122 Firenze FI, Italia

Cenacolo di Santo Spirito

Si accede a questo cenacolo dal lato sinistro della facciata della chiesa, il cui interno è considerato l’ultimo capolavoro del Brunelleschi. L’antico refettorio ospita il Museo Salvatore Romano, dal nome del celebre antiquario che donò al Comune di Firenze la sua ricca collezione (pitture, mobili, frammenti architettonici), tra cui spiccano opere di Tino di Camaino, Donatello, Jacopo della Quercia. In analogia con il Cenacolo di Santa Croce, anche quest’Ultima Cena – purtroppo estremamente frammentaria a causa dell’apertura di questa parete a fine Ottocento - costituisce la parte inferiore rispetto ad una grandiosa, movimentata Crocifissione. Gli affreschi furono realizzati intorno al 1360 dai fratelli Di Cione: Andrea (Orcagna) e Nardo.
Piazza Santo Spirito, 29, 50125 Firenze FI, Italia

Cenacolo di Sant'Apollonia

Il primo cenacolo rinascimentale, capolavoro affrescato da Andrea del Castagno nel 1447. L’ultima Cena rappresenta la decorazione principale della parete (sovrastata da scene, peraltro deteriorate, della Passione). Colpisce la luminosità, la ricchezza dei dettagli, la perfezione della prospettiva: la scena è ambientata sotto un loggiato coperto da una tettoia, i riquadri del soffitto e del pavimento convergono geometricamente verso il punto di fuga centrale; ben caratterizzati e fortemente chiaroscurati sono i personaggi, che si stagliano su uno sfondo decorato, a trompe-l’oeil, con variopinti pannelli marmorei. Questo gioiello è rimasto praticamente sconosciuto ai più fino al’Ottocento quando, a seguito delle soppressioni degli ordini religiosi, il convento benedettino di monache di clausura, passò allo Stato.
Via Ventisette Aprile, 1, 50129 Firenze FI, Italia

Cenacolo di Ognissanti

Si accede al Cenacolo percorrendo il chiostro adiacente alla Chiesa, che conserva opere di Giotto, Ghirlandaio, Botticelli (di quest’ultimo anche la sepoltura). L’ampio refettorio è dominato da una bellissima Ultima Cena, opera della maturità di Domenico Ghirlandaio (1480 circa). Dialogando con l’architettura reale della sala, il pittore rappresenta la scena al di sotto di una loggia i cui archi si aprono, con effetto illusionistico, verso l’esterno; verso un giardino primaverile ricco di alberi, sullo sfondo di un cielo sereno animato dal volo di uccelli: tutti elementi simbolici che rimandano ad altrettanti temi legati alla Passione di Cristo, come il magnifico pavone affacciato ad una delle finestre. Colpisce anche il realismo di una serie di dettagli, come i vari oggetti (compresi i bicchieri e le brocche in vetro) con cui è imbandita la tavola, coperta da una tovaglia finemente resa. Il cenacolo di San Marco, sempre realizzato dal Ghirlandaio, è una derivazione di questo.
Borgo Ognissanti, 42, 50123 Firenze FI, Italia

Cenacolo di Fuligno

La sala del Cenacolo faceva parte di un complesso conventuale abitato in origine da religiose francescane provenienti dall’Umbria (da qui il nome). Arricchitosi nel corso del Quattrocento, anche grazie a Lorenzo il Magnifico, intorno al 1495 il Perugino vi affrescò la sua Ultima Cena. Quando nel corso dell’Ottocento venne per la prima volta aperto al pubblico, l’affresco fu inizialmente attribuito al suo allievo, Raffaello. Richiama in parte i Cenacoli del Ghirlandaio (Ognissanti e San Marco), per l’apertura sullo sfondo di un paesaggio - in questo caso tipicamente umbro e preceduto da un loggiato decorato a grottesche - in cui s’intravede la scena dell’Orazione nell’orto del Getsemani. Particolare è la figura di Giuda, rivolto verso lo spettatore.
Via Faenza, 40, 50123 Firenze FI, Italia

Cenacolo di San Salvi

“Pittore senza errori”, così era definito Andrea del Sarto, che nel 1527 portò a termine questa splendida Ultima Cena. Il monastero di San Salvi ha origini molto antiche (1048), istituito da San Giovanni Gualberto, fondatore dell’ordine dei Vallombrosani; risalgono alla prima metà del Cinquecento una serie di ampliamenti e abbellimenti che culminarono nella decorazione del Refettorio. L’affresco di Andrea del Sarto è il cuore di questo museo, dove sono esposte numerose opere di artisti a lui contemporanei. Sobrio è lo sfondo architettonico dell’ambiente, caratterizzato in alto da un insolito balcone da cui si affacciano due figure, quasi spettatori della scena sottostante. Memore della lezione di Leonardo da Vinci (il Cenacolo di Milano), Andrea del Sarto crea una sottile concatenazione di gesti ed espressioni tra i commensali; Cristo rivela col suo gesto l’identità del traditore da un lato (Giuda, non più rappresentato al di qua del tavolo), mentre dall’altro si rivolge affettuosamente verso Giovanni, tenendogli la mano. Classica è l’armonia compositiva della scena; i panneggi, le posture, le fisionomie rivelano un accurato studio, documentato dai numerosi disegni preparatori dell’artista, mentre i cangiantismi cromatici, derivati da Michelangelo, sono già manieristici (Andrea fu maestro di Pontormo e Rosso Fiorentino). Al Cenacolo di San Salvi s’ispirò palesemente Alessandro Allori, per la sua Ultima Cena (1582), nel complesso del Carmine.
Via di S. Salvi, 16, 50135 Firenze FI, Italia