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collezione delle icone russe a Palazzo Pitti

La Russia a Firenze

Il legame tra il capoluogo toscano e la Russia è sempre stato molto intenso nel corso dei secoli.

Un segno molto forte, lasciato dalla comunità russa di Firenze, ed ideale punto di partenza di questo itinerario, è senz’altro la splendida Chiesa Russa Ortodossa, in via Leone X, a due passi dalla Fortezza da Basso.

Nella nostra città hanno soggiornato, a partire dal XIX secolo, celebri personalità della cultura russa. Fedor Dostoevskij, assiduo frequentatore del Gabinetto letterario Vieusseux, nel corso di uno dei suoi soggiorni fiorentini (1869) concluse il suo capolavoro, "L’Idiota", in un casa proprio di fronte a Palazzo Pitti.
Firenze fu città prediletta anche da Pëtr Il'ič Čajkovskij (nella sua residenza di villa Bonciani, in via San Leonardo 64, compose peraltro “La Dama di Picche”) e, in tempi più recenti, dal noto regista Andrej Tarkovskij (che qui visse per tre anni, in via S. Niccolò 91) particolarmente legato alla nostra regione.
Molte sono le lapidi che ricordano, in città, queste figure. Altrettante personalità del mondo russo, che facevano parte di una folta comunità locale, sono sepolte presso il Cimitero agli Allori.

I Demidoff, ricca famiglia di industriali russi (proprietari di miniere di malachite) trasferitasi a Firenze nel 1819, lasciarono profonde tracce nella città e nei dintorni, legando il proprio nome soprattutto al complesso mediceo di Pratolino (da allora conosciuto come “Villa Demidoff”) di cui furono proprietari.
In città si ammira anche il Monumento alla famiglia Demidoff, opera di Lorenzo Bartolini, nell’omonima piazza in Oltrarno. Se solo alcune tracce sono rimaste della principesca villa di San Donato in Polverosa (nei pressi dell’omonima chiesa nel quartiere di Novoli), molti preziosi oggetti da essa provenienti si ammirano ancora presso la Chiesa Russa ed il Museo Stibbert  Di grande interesse, infine, è la straordinaria collezione di icone russe, recentemente aperta al pubblico all’interno di Palazzo Pitti.

Chi fosse interessato ad un'introduzione, in cirillico, sulla nostra città e i suoi dintorni, può cliccare qui.


 

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Parco Mediceo di Pratolino

Sulla strada che unisce Firenze con Bologna si trova un bellissimo parco, che è anche patrimonio Unesco: il Parco Mediceo di Pratolino.
Nella seconda metà del Cinquecento Francesco I de’ Medici affidò a Bernardo Buontalenti il progetto per la costruzione di una villa, circondata da un parco, che destò un grandissimo interesse presso i contemporanei per la particolarità delle grotte artificiali, dei giochi d’acqua, degli automi e delle statue, e venne subito definito “il giardino delle meraviglie”. La villa fu poi distrutta all'inizio dell'Ottocento, dopo secoli di incuria che ne avevano irreparabilmente compromesso la stabilità.

Dopo la morte di Francesco, il parco ebbe alterne vicende finché nell’Ottocento il principe russo Paolo Demidoff acquistò il complesso e promosse i restauri degli elementi rinascimentali ancora esistenti; tra questi spicca la colossale statua dell’Appennino, realizzata dal Giambologna alla fine del Cinquecento e affacciata su un laghetto, che aveva un tempo al suo interno grotte con decorazioni, affreschi e giochi d’acqua; gli elementi decorativi sono andati perduti, così come quelli nella Grotta di Cupido, mentre sono rimaste alcune sculture, vasche e grotte disseminate nel parco. L’unico edificio giunto ai giorni nostri senza profonde trasformazioni è la Cappella, costruita dal Buontalenti nel 1580.
Insieme ad altre ville della famiglia Medici il Parco di Pratolino è un sito UNESCO iscritto nella lista dei Patrimoni dell'Umanità.

E' il luogo ideale per una gita fuoriporta, anche con i bambini: si possono fare picnic sugli ampi prati e portare il proprio animale domestico, passeggiare o accedere all’area giochi attrezzata.

Il Parco è raggiungibile con i mezzi pubblici: da Firenze il bus urbano 25A (direzione Pratolino), oppure la linea extraurbana 307A .

Via Fiorentina, 276, 50036 Pratolino FI, Italia
Gigante dell'Appennino

Chiesa Russa Ortodossa

La Chiesa Russa Ortodossa della Natività sorse, a due passi dalla Fortezza da Basso, sul finire dell’Ottocento per volontà della figlia dello Zar Nicola I.

La chiesa inferiore, la cripta intitolata a San Nicola Taumaturgo, è preceduta da un nartece con scalinata che immette alla chiesa superiore, voltata a cupola e coronata da una serie di caratteristiche cupolette “a cipolla” rivestite da ceramiche policrome.

Nella chiesa superiore, particolarmente luminoso è l’interno, affrescato prevalentemente da pittori russi (vita di Cristo, Santi dell’Ortodossia Russa, Evangelisti, simboli paleocristiani). La preziosa iconostasi, che divide lo spazio tra devoti e celebranti, è coeva all’edificazione della chiesa; mentre quella antica della cripta, così come una serie di preziose icone e suppellettili liturgiche, provengono dalla Cappella Demidoff (la ricca famiglia di industriali russi trasferitasi a Firenze nel 1822, già proprietaria del complesso mediceo di Pratolino) in San Donato in polverosa.
 

Via Leone X, 8 Firenze
chiesa russa

Museo Stibbert

Il Museo Stibbert, ideato da Frederick Stibbert (1838-1906), costituisce un raro esempio di museo ottocentesco: una straordinaria collezione di armi, armature, opere d'arte è esposta in una serie di sale il cui suggestivo allestimento fu studiato per evocare l’atmosfera dell’epoca e dei luoghi di provenienza dei vari oggetti.

Le collezioni comprendonoarmi, armature, costumi, oggetti di arredo e di arte applicata, arazzi e dipinti dal Cinquecento all’Ottocento, esposti in 60 sale. Notevole la Sala della Cavalcata, dove sono schierati a grandezza naturale cavalieri europei e orientali; la sezione giapponese comprende,oltre ad armi e armature, bronzi, costumi, lacche: è una delle più importanti al mondo fuori dal Giappone.

Il parcoche circonda la villa, costellato di padiglioni, statue, false rovine e perfino un piccolo tempio egizio, riflette l’adesione di Stibbert al gusto romanticoed eclettico tipico del suo tempo.

Via Federico Stibbert, 26, 50134 Firenze FI, Italia
Museo Stibbert - Firenze

Tesoro dei Granduchi - Palazzo Pitti

Il Tesoro dei Granduchi (in passato conosciuto come Museo degli Argenti ) occupa i fastosi ambienti affrescati dell’Appartamento d’Estate dei granduchi medicei e lorenesi, situato al piano terreno e al mezzanino di Palazzo Pitti.

Qui è raccolto il Tesoro dei Medici, frutto del loro collezionismo: dai vasi in pietre dure di Lorenzo il Magnifico, ai cammei e intagli di Cosimo I, dai cristalli di rocca di Francesco I alle ambre di Maria Maddalena d’Austria - insieme ai gioielli di Anna Maria Luisa, ultima erede della casata. Di grande valore anche la collezione di ceramiche orientali.  "Il Tesoro di Salisburgo", invece, venne portato a Firenze dai Granduchi Lorenesi (in particolare Ferdinando III).  La Sala delle Donazioni espone una collezione di gioielli realizzati dal Settecento ai giorni nostri presso prestigiose manifatture europee e italiane.

Particolarmente affascinante è il Salone di Giovanni da San Giovanni (dal nome del principale pittore che affrescò questo ambiente). Il ciclo pittorico, realizzato a partire dal 1635 in occasione del matrimonio tra Ferdinando II de’ Medici e Vittoria della Rovere, è un’allegoria celebrativa della dinastia medicea: sulle pareti laterali è raffigurata la cultura greca che, lasciata Atene, dopo lungo peregrinare, giunge a Firenze ("nuova Atene") accolta da Lorenzo il Magnifico. Nel soffitto, un’allegoria del matrimonio granducale. Gli affreschi furono terminati nel 1642 da Cecco Bravo, Ottavio Vannini e Francesco Furini.

Le decorazioni delle sale successive, eseguite dagli artisti seicenteschi Mitelli e Colonna, sono tra i primi e più eloquenti esempi di quadraturismo (grandiose architetture dipinte tese a espandere illusionisticamente lo spazio).

Piazza de' Pitti, 1, 50125 Firenze FI, Italia
tesoro pitti

Chiesa di San Donato in Polverosa

La chiesa di San Donato in Polverosa è di antiche origini (1088) e deriva il suo inconsueto appellativo dai frati Agostiniani, detti “polverosi” (per il colore grigio del loro saio), che vi si insediarono prima dell’arrivo della Comunità degli Umiliati.
Tutto il complesso passò successivamente ai Cistercensi da cui dipese fino ai primi dell’Ottocento quando, in seguito alle soppressioni napoleoniche degli Ordini Religiosi, fu acquistata dai principi Demidoff che la trasformarono in parte della loro Villa (nei pressi è visibile la Cappella privata dei Demidoff, ispirata al Pantheon di Roma).

Dopo una serie di interventi, la Chiesa è stata riaperta al pubblico nel 1963. L'esterno è semplice e scarno, nell’interno, a navata unica e soffitto a capriate, si conservano numerose opere, fra cui diverse sinopie, alcuni pregevoli affreschi trecenteschi (Cenni di Francesco, Matteo di Pacino)una tavola di Raffaellino del Garbo del XVI secolo.

Via di Novoli, 31, 50127 Firenze FI, Italia
Chiesa di San Donato in Polverosa

Cimitero Evangelico "Agli Allori"

Il Cimitero agli Allori è un luogo straordinario dove si ha l’occasione di vivere l’arte e la storia.

Aperto nel febbraio del 1878, il Cimitero nasce per ospitare le comunità non cattoliche, che fino ad allora avevano come riferimento il Cimitero degli Inglesi in Piazzale Donatello, e già dalla sua apertura, è aperto a tutte le religioni e ai laici.

Sono numerosi i personaggi che riposano in questo cimitero monumentale, che può essere considerato un vero e proprio museo a cielo aperto: da Frederick Stibbert, noto collezionista cui si deve l’omonimo museo, alla scrittrice italiana Oriana Fallaci, agli storici dell’arte Roberto Longhi, Harold Acton e Herbert P. Horne e tante altre illustri personalità della cultura internazionale.

 

Via Senese, 184, 50124 Firenze FI, Italia
Cimitero Evangelico "Agli Allori"