
Lampredotto e trippai
Anche Firenze ha il suo street food, amatissimo, gustoso e alla portata di qualunque tasca: il panino con il lampredotto.
Si acquista dai trippai, baracchini disseminati in modo stabile in vari punti della città, che vendono e preparano le frattaglie bovine, il cosiddetto quinto quarto. Cibo povero ma gustosissimo, che viene cotto a lungo in pentoloni fumanti, e poi estratto bollente, tagliato con abilità in strisce sottili, inserito in un panino - rosetta o meglio, alla toscana, sèmelle (pare derivi dai Semmel, introdotti in città dall'austriaco Pietro Leopoldo di Lorena) e condito a piacimento, con sale, olio e salse più o meno piccanti, secondo il gusto. Il vero cibo fiorentino, dice qualcuno, è questo: altro che la bistecca!
Comunque sia il panino con il lampredotto, oppure la porzione di trippa alla fiorentina, altro cibo davvero tipico e come il lampredotto ricavato da parti diverse dell'apparato digerente dei bovini, si acquistano e si mangiano rigorosamente in piedi, davanti al baracchino, mentre il trippaio lavora conversando con i clienti.
Puoi trovare tanti trippai sia nel centro di Firenze - in piazza Cimatori, al Mercato Centrale (interno), al Mercato di Sant'Ambrogio (interno), in via dei Macci, alla Loggia del Porcellino, in via Maso Finiguerra o via dell'Ariento - che nelle zone più periferiche.
Solitamente sono aperti solo a pranzo.
Comune di Firenze
I luoghi
Tappe
Mercato di San Lorenzo
Il Mercato di San Lorenzo - anche noto come Mercato Centrale (nell'omonima piazza a due passi dalla celebre Basilica) - è molto frequentato anche dai turisti in cerca di esperienze enogastronomiche.
Al piano terra sono raccolti ivenditori di frutta, verdura, carne, pesce, pane: è possibile anche degustare sul luogo.
Al primo piano invece il Mercato Centrale riunisce botteghe di delikatessen e ristoranti a diversa vocazione, in uno spazio aperto tutto il giorno e fino alle 24.
Quella del Mercato è una imponente struttura in ferro, ghisa e vetro realizzata nell’Ottocento. In occasione del trasferimento della Capitale del Regno d’Italia da Torino a Firenze (1865-70) la città affrontò un restyling di alcune parti del centro storico, ispirandosi in modo evidente alle grandi capitali europee. Per poter risanare il vecchio centro si rendeva necessario prima costruire nuovi mercati. Il mercato detto centrale o di San Lorenzo venne realizzato nell'area tra le vie dell'Ariento, S. Antonino, S. Chiara e Panicale, distruggendo le strutture residenziali ivi esistenti, i cosiddetti Camaldoli di S. Lorenzo.
Costruito su un interessante progetto di Giuseppe Mengoni, l'autore della Galleria di Milano, fu inaugurato nel 1874 con un’ Esposizione internazionale di Agricoltura.
Mercato di Sant'Ambrogio
Il mercato coperto di Sant'Ambrogio ospita botteghe di alimentari. E' un punto di riferimento non solo per il quartiere, ma anche per il resto della città per la qualità della merce e i prezzi popolari. Il Mercato prosegue anche all'esterno, solo la mattina.
Come il mercato di San Lorenzo risale alla fine dell'Ottocento quando, in occasione del trasferimento della Capitale del Regno d’Italia da Torino a Firenze, la città affrontò un completo restyling del centro storico. Era il 1860 e Firenze assumeva l’aspetto odierno, ispirandosi in modo evidente alle grandi capitali europee, prima di tutte Parigi. Per poter risanare il vecchio centro si rendeva necessario prima costruire nuovi mercati.
Il mercato di Sant' Ambrogio, costruito nel grande orto nell'isolato oltre Santa Croce verso le mura, con struttura di ghisa, fu inaugurato nel 1873 circa un anno prima di quello di San Lorenzo.
Mercato del Porcellino
Tre sono i nomi con i quali è noto questo luogo: Loggia del Porcellino (dal celebre animale bronzeo – in realtà un cinghiale – copia dell’originale seicentesco del Tacca al Museo Stefano Bardini), Loggia del Mercato Nuovo (per distinguerlo da quello vecchio, che si trovava nell’attuale piazza della Repubblica) e Mercato della Paglia (a partiredall’Ottocento vi si vendevano i tradizionali cappelli di paglia fiorentini). La struttura architettonica, opera di Giovan Battista Del Tasso (1550), è decorata nelle nicchie angolari da tre sculture ottocentesche che rappresentano illustri uomini della storia fiorentina: Michele di Lando, protagonista del celebre Tumulto dei Ciompi (i lavoratori “minori” della lana) del 1378; Giovanni Villani, noto storiografo fiorentino del Trecento; Bernardo Cennini, pioniere della tipografia fiorentina.
Oltre che a luogo dedicato a funzioni militari fu sede, in origine, del mercato della seta e di altre stoffe preziose. Sul pavimento, al centro della loggia, si trova la cosiddetta Pietra dello scandalo, dove venivano puniti debitori e commercianti insolventi.
Oggi ospita un mercato turistico (uno dei più visitati Mercati di Firenze) con vendita, perlopiù, di articoli di pelletteria e souvenir.