
Perugino a Firenze
Ricorrono quest’anno cinquecento anni dalla morte del Perugino (1523), tra i più importanti pittori italiani a cavallo tra XV e XVI° secolo, particolarmente attivo tra Firenze, Perugia e Roma, anche noto per essere stato maestro di Raffaello.
Nato a Città di Castello intorno al 1450, fu inizialmente influenzato dalla pittura umbra, ma anche da altri artisti (Piero della Francesca) attivi in quell’area. Particolarmente importante fu la formazioneche ebbe a Firenze presso la bottega del Verrocchio (prolifica e versatile officina in cui si formarono anche Leonardo da Vinci, Botticelli, Ghirlandaio e Filippino Lippi) fino al 1472, anno in cui iniziò la sua attività autonoma.
Dopo una serie di importanti opere realizzate in Umbria (in particolare a Perugia) e Roma (la decorazione delle pareti laterali della Cappella Sistina, insieme ad importanti artisti fiorentini come Botticelli e Ghirlandaio), Perugino si recò a Firenze.
Dal 1493 nel capoluogo toscano, anche grazie alla sua fiorente bottega, l’artista eseguì varie opere, la maggior parte delle quali si trova tuttora ancora qui.
Nel Cenacolo di Fuligno affrescò la splendida Ultima Cena; nella Galleria degli Uffizi si conserva il più alto numero di dipinti del Perugino a Firenze: l’Orazione nell’orto e la Pietà (eseguite per il Convento di San Giusto alle Mura), il ritratto di Francesco Delle Opere, la Madonna con Bambino tra San Giovanni Battista e San Sebastiano. Per molte delle sue celebri Madonne – dall’ovale perfetto, dall’espressione delicata e dai contorni sfumati, che avrebbero ispirato il suo più celebre allievo: Raffaello - Perugino prese a modello la moglie, Chiara Fancelli (figlia del celebre architetto, Luca), sposata a Firenze in quegli anni.
Anche la Galleria Palatina di Palazzo Pitti vanta notevoli capolavori perugineschi, come l’intenso compianto sul Cristo morto, la Maddalena (quasi un ritratto contemporaneo) e l’Adorazione del Bambino, anche nota come Madonna del Sacco.
Intorno al 1495, quando affrescò la suggestiva Crocefissione nella sala capitolare di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, Perugino realizzò anche alcuni dipinti conservati presso la Galleria dell’Accademia: la solenne Pala di Vallombrosa e parte del "Polittico della Santissima Annunziata" (la Deposizione dalla Croce, iniziata da Filippino Lippi); l’altra faccia del polittico, l’Assunzione della Vergine, si trova tuttora nel celebre Santuario mariano.
Per completare questo itinerario ricordiamo anche le vetrate, realizzate su suo disegno, per le chiese di Santo Spirito e San Salvatore al Monte, raffiguranti rispettivamente la Pentecoste e San Giovanni Battista.
I luoghi
Tappe
Cenacolo di Fuligno
Nel refettorio dell’antico convento delle Monache di Foligno si trova un grandioso affresco del Quattrocento raffigurante l’Ultima Cena con sullo sfondo l’Orazione nell’ Orto, attribuito a Pietro Perugino.
L'affresco, riscoperto nel 1845 e inizialmente ritenuto di Raffaello, non è l'unica opera d'arte: nel refettorio sono conservati dipinti cinquecenteschi di pittori fiorentini e di altre aree, influenzati dal Perugino.
Questo è uno dei numerosi affreschi di grande valore che rappresenta l'Ultima cena di Gesù con gli Apostoli, affreschi che a Firenze adornano le sale-refettorio dei conventi dei principali ordini cittadini, in questo caso le terziarie francescane della Beata Angelina da Foligno.
Galleria dell'Accademia di Firenze
La Galleria dell'Accademia di Firenze è conosciuta nel mondo come "museo di Michelangelo" (per le statue del David e dei Prigioni), ma in realtà è molto di più.
Sorge nel luogo dove in origine si trovavano due conventi, accanto all'Accademia di Belle Arti, che qui ha ancora sede. Il primo nucleo della collezione si formò nel 1784 con una serie di opere d'arte, donate a fine didattico, dal granduca lorenese Pietro Leopoldo; nel 1873 fu trasferito qui (da Piazza Signoria, sostituito da una copia) il David di Michelangelo, vera e propria icona dell'arte occidentale, realizzato dall'artista tra il 1501 e il 1504. Successivamente altre opere di Michelangelo giunsero alla Galleria dell'Accademia: i quattro Prigioni (concepiti per la tomba di Papa Giulio II), il San Matteo e la Pietà di Palestrina, tutte opere incompiute del grande artista, rappresentative del celebre "non finito michelangiolesco".
Nella Sala del Colosso si trova il bozzetto originale del Ratto delle Sabine del Giambologna, insieme a numerosi dipinti di pittura fiorentina del Quattro e Cinquecento (Paolo Uccello, Botticelli, Perugino, Ghirlandaio, Filippino Lippi). Altri importanti dipinti cinquecenteschi sono esposti lungo la Galleria dei Prigioni e nella Tribuna del David, attigua alla Gipsoteca Bartolini, dove sono raccolti numerosi gessi non solo del celebre scultore ottocentesco.
Nelle Sale del Duecento e Trecento si ammirano numerosi dipinti, tra cui opere di importanti seguaci di Giotto (Tadeeo Gaddi, Bernardo Daddi, Orcagna) fino al Gotico Internazionale del primo Quattrocento. Di grande interesse è il Museo degli strumenti musicali antichi (provenienti dal vicino Conservatorio musicale Luigi Cherubini, e ancor prima dalle collezioni granducali e lorenesi): circa cinquanta pezzi, tra cui una viola e un violoncello di Antonio Stradivari, una spinetta e un forte-piano di Bartolomeo Cristofori, inventore del pianoforte.
Sala del Perugino
All’interno del complesso di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, fondato nel 1256 e rinnovato in forme rinascimentali alla fine del Quattrocento, si trova la Sala Capitolare decorata con una sublime Crocifissione, affrescata dal Perugino (maestro di Raffaello) intorno al 1495.
La scena, raffigurante Gesù sulla croce, la Vergine, San Giovanni, la Maddalena e i Santi Bernardo e Benedetto, si svolge sullo sfondo di un tipico paesaggio umbro, con dolci colline, rocce e corsi d’acqua. Nella stessa sala sono conservati anche l’affresco staccato e la sua sinopia raffiguranti San Bernardo che accoglie il corpo di Cristo, eseguiti probabilmente da un allievo del Perugino.
Basilica della SS. Annunziata
La basilica della Santissima Annunziata è il principale santuario mariano di Firenze.
Fu fondato nel 1250 dai “Sette Santi” dell’ordine dei Servi di Maria; con la sua facciata, contigua a quella brunelleschiana dello Spedale degli Innocenti, costituisce uno dei lati della scenografica, omonima piazza.
Il ciclo affrescato del Chiostrino dei voti, che precede l’ingresso della chiesa, è un’antologia del primo manierismo fiorentino, con pregevoli affreschi di Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino.
L’interno, prevalentemente decorato in epoca barocca, racchiude numerosi capolavori, tra cui la veneratissima immagine trecentesca dell’Annunciazione, all’interno di un tempietto ideato da Michelozzo.
In occasione del Giubileo 2025 la basilica è chiesa giubilare; approfondimenti qui.
Gli Uffizi
La Galleria degli Uffizi è uno dei più importanti musei del mondo, dotato di un patrimonio artistico immenso. Divenne museo dedicato prevalentemente alla pittura, con migliaia di opere dal XIII al XVIII secolo, in seguito al riordino settecentesco, che comportò il trasferimento di alcune collezioni (armi, strumenti scientifici, reperti archeologici, bronzi antichi e moderni) in altre sedi, con l’istituzione di nuovi musei.
Dopo le soppressioni di chiese e conventi tra Sette e Ottocento, giunsero agli Uffizi numerose opere di provenienza ecclesiastica, mentre agli inizi del Novecento vennero acquisiti alcuni importanti dipinti. Tra i capolavori esposti: le grandi pale d’altare di Cimabue e Giotto; opere del Trecento senese (tra le quali spicca l’Annunciazione di Simone Martini); una ricchissima panoramica sul Quattrocento in Toscana e nell’Italia centrale (dalla Madonna con Bambino e Sant’Anna di Masaccio e Masolino, a Filippo Lippi e a Botticelli, con la Nascita di Venere e la Primavera, da Piero della Francesca, con i Ritratti dei duchi di Urbino a l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano).
Le sale dedicate alla pittura del Cinquecento riuniscono i maestri delle maggiori scuole italiane: dall’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci, a Michelangelo e Raffaello; Tiziano, con la Venere di Urbino, insieme a Veronese e Tintoretto testimonia la grande stagione della pittura veneta; non mancano gli artisti di altri paesi, da Albrecht Dürer a Hans Holbein, fino a El Greco.
Il Bacco di Caravaggio apre la serie di opere seicentesche, ricca di pezzi provenienti dalle più importanti scuole europee, da Rubens a Van Dyck, agli Autoritratti di Rembrandt; infine, Canaletto e Guardi, insieme con Longhi e Tiepolo, offrono una panoramica sul Settecento.
La galleria ospita inoltre sculture antiche, miniature e arazzi provenienti dalle collezioni medicee. Sono in corso i lavori per la realizzazione dei Nuovi Uffizi, che porteranno al raddoppio della capacità espositiva, consentendo la visione di opere finora non accessibili al pubblico.
Una mappa dei percorsi suggeriti all'interno della galleria con i relativi tempi di percorrenza è disponibile sul sito ufficiale del museo.
Le Gallerie degli Uffizi comprendono anche il Corridoio Vasariano.
Galleria Palatina e Appartamenti Reali - Palazzo Pitti
La Galleria Palatina e gli Appartamenti Realioccupano l’interopiano nobile di Palazzo Pitti. La Galleria fu creata tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento dai Lorena, che collocarono nelle sale di rappresentanza (prevalentemente affrescate in epoca barocca da Pietro da Cortona) i capolavori provenienti soprattutto dalle collezioni medicee, iniziate intorno al 1620. Vi si trovano opere di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Andrea del Sarto, Rubens, Filippo Lippi, Veronese, Tintoretto, Canova e di altri importanti maestri italiani ed europei.
I quadri coprono interamente le pareti delle sale, secondo la tradizione delle quadrerie barocche: la disposizione non segue cioè un ordine cronologico o per scuole, ma riflette il gusto personale di coloro che contribuirono a formare la collezione. Numerosi i capolavori: la Madonna col Bambino di Filippo Lippi; alcune tra le opere più famose di Raffaello, tra cui la cosiddetta Madonna del Granduca, La Velata, La Madonna della Seggiola; il San Giovannino di Andrea del Sarto; La bella di Tiziano, e celebri ritratti di Veronese e di Tintoretto.
Gli Appartamenti Reali occupano le quattordici sale dell’ala destra del Palazzo, già residenza privata delle famiglie regnanti, e sono arredati con mobili, suppellettili e opere d’arte dal Cinquecento all’Ottocento.
Basilica di Santo Spirito
Insieme con San Lorenzo, il complesso agostiniano di Santo Spirito è uno dei grandi monumenti religiosi e artistici della Firenze del Quattrocento; la chiesa, su progetto di Filippo Brunelleschi, fu iniziata nel 1444 e rimase incompiuta alla morte dell’architetto avvenuta due anni dopo.
Studiata e ammirata da Leonardo da Vinci e Michelangelo, venne definita dal Bernini “la chiesa più bella del mondo”. Vi sono conservate numerose opere d’arte, tra cui una Madonna con Bambino e Santi di Filippino Lippi; è inoltre visitabile il percorso agostiniano che include il chiostro dei morti, il refettorio e la sagrestia di Giuliano da Sangallo dove è conservato il Crocifisso ligneo, opera giovanile di Michelangelo.
Chiesa di San Salvatore al Monte
La chiesa di San Salvatore al Monte è un'importante basilica di Firenze situata nella collina dietro il piazzale Michelangelo, il Monte delle Croci, appena al di sotto della basilica di San Miniato. E’ stata costruita all’inizio del XVI secolo, nel semplice stile del rinascimento, dall’architetto fiorentino Simone del Pollaiolo, su un oratorio precedentemente dedicato a San Damiano.
Michelangelo era molto legato a questa zona della città e in particolare a questa armoniosa chiesa, che chiamava affettuosamente la mia bella villanella. A partire dall'assedio del 1529, e per tutto il secolo XVI, la chiesa e il convento subirono gravi danni, solo in parte arginati da restauri, tanto che nel 1665 i frati lasciarono definitivamente San Salvatore, in stato di avanzata decadenza, ai francescani spagnoli detti Scalzetti, e si trasferirono in Ognissanti, portando con sé molti degli arredi e decorazioni